Grotta di San Pantaleone
Itinerario:
Naturalistic/Archaeological
2015-06-29 13:28:40
Protetta dalla folta vegetazione che costeggia il canale del Fano lungo la dorsale orientale, la cripta risulta quasi invisibile ad un'occhiata fugace. Di piccole dimensioni (2,70×3,20 m), probabilmente destinata ad una ristretta cerchia di monaci bizantini, il luogo di culto interamente scavato nel banco roccioso si compone di due ambienti: una cella, dove i partecipanti alle celebrazioni religiose potevano prendere posto su due sedili ricavati lungo le pareti laterali, ed un'abside separata dalla cella da un tramezzo in pietra che raggiunge il soffitto fiancheggiata da due finestrelle. Al centro della prima cella una piccola fossa forse conteneva i resti di uno di questi monaci. Restano pochi resti di decorazione pittorica che permettono di riconoscere il Santo Pantaleone.
Lungo il Canale dei Fani, Salve
utilizzo attuale:
Nell'area archeologica è la Masseria del Fano, recentemente ristrutturata e adibita a struttura ricettiva
bibliografia fonti:
AA.VV., La Chiusa alla masseria del Fano. Un sito messapico arcaico presso Salve in provincia di Lecce, Lecce 1993.
P. Arthur, Tra Giustiniano e Roberto il Guiscardo. Approcci all’archeologia del Salento in Età bizantina, in Gelichi (a cura di),I Congresso Nazionale di Archeologia medievale (Pisa, 29-31 maggio 1997), Firenze, 1997.
M. Sammarco, Gli insediamenti rupestri nel Capo di Leuca, Galatina 2000, pagg 29-30.
A. Simone, Salve. Storie e leggende, Milano, 1981.
notizie storiche:
La Chiesa-Grotta cosiddetta di S. Pantaleone è ascrivibile cronologicamente e culturalmente alla presenza dei bizantini nel Salento. La dedica al Santo molto probabilmente è errata dato che è l'unico riconoscibile, grazie ad un'iscrizione, tra una teoria di Santi.