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Festa e Fiera di San Biagio


Corsano festeggia San Biagio il 3 febbraio, ma anche nel periodo estivo, nella settimana a cavallo tra luglio e agosto, quando alle celebrazioni in onore del Santo patrono partecipano i Corsanesi e numerosi turisti. Grande è, infatti, l’affetto che il Santo Patrono riscuote a Corsano, ma anche nei comuni limitrofi da dove arrivano numerosi pellegrini per venerarlo e per invocare l’intervento nelle malattie di gola. I solenni festeggiamenti a San Biagio iniziano il giorno della vigilia (2 febbraio) con una affollata processione nelle vie del paese, a cui segue la Santa Messa in chiesa e l’accensione della tradizionale ‘focaredda’.
Nel giorno della festa le celebrazioni hanno un punto massimo di partecipazione in occasione del consueto panegirico, dove il parroco illustra ed elogia la vita ed i miracoli di San Biagio. La festa termina con lo spettacolo dei fuochi pirotecnici. Nei giorni della festa patronale si svolge anche la tradizionale Fiera: un grande mercato con vendita di merci varie.
Corsano

notizie storiche:
La devozione degli abitanti di Corsano nei confronti di San Biagio si lega a diversi miracoli e prodigi di cui il Santo fu ritenuto protagonista. Nell’archivio della Chiesa di Santa Sofia è conservata una testimonianza scritta della guarigione miracolosa di Giacomo Venuti di Matino avvenuta nel 1708; l’uomo, colpito dal male alla gola e prossimo alla morte, dopo aver visto, baciato e toccato la reliquia del Santo fu subito salvo. Nell'anno 1953, un bambino di 5 o 6 anni, si ammalò di una grave malattia alla gola. Le sue condizioni di salute diventarono talmente gravi che il medico, la sera del 2 febbraio di quell'anno si recò in casa del malato per comunicare ai genitori che malgrado i suoi tentativi non poteva fare più nulla per strapparlo alla morte. La famiglia, però, non si perse d'animo e decise di rivolgersi al parroco del paese perché lasciasse la reliquia di S. Biagio in casa loro per tutta la notte, sperando in una grazia del Santo. Il prete acconsentì alla loro richiesta ma nonostante questo la mattina successiva le condizioni del bambino non migliorarono. La reliquia fu riportata in chiesa perché serviva per la processione. Quando il corteo transitò per la via dove abitava il bambino, i genitori si affacciarono al balcone e rinnovarono con preghiere la richiesta della grazia per il figlio. Terminata la processione il parroco volle visitare nuovamente l'ammalato e con grande stupore notò il ragazzo era guarito. Diversi sono inoltre gli eventi prodigiosi legati a San Biagio che coinvolgono gli abitanti di Corsano; uno di questi ricorda che in occasione dell'accensione di un falò a San Biagio, una corsanese, particolarmente devota al Santo si recò in un fondo per rubare delle fascine per la ‘focaredda’. Quando il proprietario del fondo si accorse del furto si recò nel luogo scelto per il falò e avendo trovato la sua legna, volle portarla via. Questi, durante il viaggio di ritorno, con il carretto pieno di legna passò vicino alla cappella di San Biagio e in quel punto il cavallo si fermò; inutili furono i tentativi di fargli riprendere il cammino. Un giovane di Corsano che aveva assistito a tutta la vicenda riferì al proprietario della legna che forse il motivo per cui il cavallo non camminava più era perché la legna doveva ardere per la ‘focaredda’. Tutta la legna fu portata al falò e l’animale riprese il suo percorso. Il proprietario allora capì tutto era accaduto per volontà del Santo e da quell’anno non fece mancare la sua legna per la ‘focaredda’. Un’altra vicenda riguarda un venditore di noccioline, o ‘nuciaddàru’ che aveva la sua bancarella nelle vicinanze della chiesa di S. Sofia, nel punto in cui si costituiva la processione. Nell'ora prefissata di pomeriggio, questi notò con stupore la chiesa e la piazza gremite di gente; lo stupore si trasformò in meraviglia quando si accorse che la statua raffigurante S. Biagio era di piccole proporzioni e con sdegno esclamò: "Na festa tantu ranne, per na muzzetta de chiri" (Una festa tanto grande, per un mezzo busto di quelli). La processione e la festa ebbero il loro svolgimento tradizionale. La sera il venditore fece ritorno al suo paese, ma entrato in casa sentì all'improvviso un forte dolore alla gola e cominciò a gridare. Con incredulità e stupore sentì dall’altra stanza una voce che diceva: ‘Io sono quel mezzo busto che oggi hai visto a Corsano’. Subito capì, e cosciente delle parole sacrileghe pronunciate a Corsano nei confronti del Santo, si mise a pregare e cercare perdono, promettendo a S. Biagio eterna devozione. Le prime notizie scritte sull'istituzione della Fiera, invece, risalgono a manifesti e deliberazioni comunali del 1800 custoditi nell'archivio municipale. Nell'archivio comunale esiste un manifesto della fiera datato 10 gennaio 1899; in un altro manifesto del 28 gennaio 1915 sono prescritti premi per i migliori capi di bestiame. Alla fiera vi partecipavano tutti i paesi limitrofi.  
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