2015-06-12 12:06:28
Le Centopietre è una peculiare costruzione, situata di fronte alla chiesa di S. Giovanni Battista, alla periferia di Patù, in località Campo Re.
Presenta una forma rettangolare (7,20 x 5,5 x 2,6 m) ed è composta da 100 grossi blocchi tufacei squadrati e 26 lastroni tufacei disposti a copertura a doppio spiovente.
La struttura presenta due ingressi, uno sul lato orientale ed uno sul lato meridionale.
All’interno sono presenti affreschi in pessimo stato di conservazione risalenti al XIII-XIV secolo, periodo in cui il monumento fu utilizzato come luogo di culto da monaci orientali. Tra essi si riconoscono una Crocefissione posta sul muro nord e da inquadrare nello strato pittorico più tardo insieme a san Giorgio presente sullo stesso versante ma nella navata occidentale. Lungo la parete occidentale una successione di santi sotto arcatelle rette da colonnine: san Basilio, un probabile santo monaco e un gruppo di cinque sante, tra cui santa Lucia e Tecla; un’altra santa sembrerebbe somigliare a santa Caterina. Sempre sulla stessa parete occidentale, ma in prossimità dell’innesto con il muro meridionale, è presente san Giuliano con la sua tipica lunga capigliatura.
La singolare tipologia della struttura, che non trova confronti coevi in ambito locale, ha da sempre fatto scaturire ipotesi e polemiche sulla funzione dell’edificio. All’interno dell’edificio, sotto il piano di calpestio, sono state localizzate numerose sepolture scavate nella roccia e allineate con ordine, oltre a molte altre rinvenute all’esterno. Vista la presenza a pochi metri della chiesa di san Giovanni, ascrivibile secondo alcune fonti al VI secolo, è probabile che il polo catalizzatore di questa vasta necropoli sia stato proprio il sacro edificio paleocristiano, più che il complesso costruito con blocchi di reimpiego.
Si è quindi ipotizzata una funzione come sacello funerario nel IX secolo, poi trasformato in tempietto in relazione alla costruzione della chiesa di San Giovanni. Per la costruzione furono utilizzati conci appartenuti probabilmente ad un monumento funerario con fregio dorico del terzo quarto del I secolo a.C.
La peculiarità ne ha fatto Monumento Nazionale di Seconda Classe dal 1873.
Presenta una forma rettangolare (7,20 x 5,5 x 2,6 m) ed è composta da 100 grossi blocchi tufacei squadrati e 26 lastroni tufacei disposti a copertura a doppio spiovente.
La struttura presenta due ingressi, uno sul lato orientale ed uno sul lato meridionale.
All’interno sono presenti affreschi in pessimo stato di conservazione risalenti al XIII-XIV secolo, periodo in cui il monumento fu utilizzato come luogo di culto da monaci orientali. Tra essi si riconoscono una Crocefissione posta sul muro nord e da inquadrare nello strato pittorico più tardo insieme a san Giorgio presente sullo stesso versante ma nella navata occidentale. Lungo la parete occidentale una successione di santi sotto arcatelle rette da colonnine: san Basilio, un probabile santo monaco e un gruppo di cinque sante, tra cui santa Lucia e Tecla; un’altra santa sembrerebbe somigliare a santa Caterina. Sempre sulla stessa parete occidentale, ma in prossimità dell’innesto con il muro meridionale, è presente san Giuliano con la sua tipica lunga capigliatura.
La singolare tipologia della struttura, che non trova confronti coevi in ambito locale, ha da sempre fatto scaturire ipotesi e polemiche sulla funzione dell’edificio. All’interno dell’edificio, sotto il piano di calpestio, sono state localizzate numerose sepolture scavate nella roccia e allineate con ordine, oltre a molte altre rinvenute all’esterno. Vista la presenza a pochi metri della chiesa di san Giovanni, ascrivibile secondo alcune fonti al VI secolo, è probabile che il polo catalizzatore di questa vasta necropoli sia stato proprio il sacro edificio paleocristiano, più che il complesso costruito con blocchi di reimpiego.
Si è quindi ipotizzata una funzione come sacello funerario nel IX secolo, poi trasformato in tempietto in relazione alla costruzione della chiesa di San Giovanni. Per la costruzione furono utilizzati conci appartenuti probabilmente ad un monumento funerario con fregio dorico del terzo quarto del I secolo a.C.
La peculiarità ne ha fatto Monumento Nazionale di Seconda Classe dal 1873.
Piazza Marco Pedone, Patù