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La cappella presenta un semplice prospetto rettangolare, con portale e finestra centrali, sormontato da un campanile a vela. Internamente, ciò che rende preziosa e forse unica la chiesetta di Morciano è la presenta di un enorme monolite, un autentico menhir in pietra di marmo locale, sul cui fronte piatto è affrescata una cinquecentesca Madonna col Bambino. Il monolite è venuto alla luce negli ultimi anni del Novecento a seguito di un intervento conservativo realizzato a cura della Pro Loco “Torre Vado”. Al di sotto dell’affresco sono visibili tracce di colore risalente al periodo classico dell’arte bizantina nel Salento (900-1000 d.C.). Nella mano del Bambino sono raffigurate tre frecce (evidente il riferimento alla SS. Trinità) simboleggianti ...

Il trappeto sorge nei pressi di Via Roma 63 ed esattamente come gli altri frantoi presenti nel sottosuolo di Morciano di Leuca deriva dalla distruzione di un granaio di epoca messapica.  Il centro storico di Morciano di Leuca è caratterizzato dalla presenza di numerosi frantoi oleari ipogei che testimoniano la rilevante economia olearia di cui il paese viveva in passato. Nel solo centro storico se ne contano diciotto e alcuni di essi possono essere datati all’ IX secolo. Frantoi e granai sono stati rinvenuti per caso in seguito a lavori di opere pubbliche fin dal 1917. All’ingresso laterale del Palazzo Municipale, una grossa ruota di calcare posta all’esterno dell’edificio testimonia la presenza di un altro trappeto, probabilmente usato fino al ’700-‘800.  ...

  Derivante dalla distruzione di un granaio di epoca messapica, il frantoio è situato sotto Palazzo Pizzileo. Nelle vicinanze vi è il Trappeto Cacciatore. Il frantoio è stato restaurato di recente ma non risulta attualmente accessibile.  Il centro storico di Morciano di Leuca è caratterizzato dalla presenza di numerosi frantoi oleari ipogei che testimoniano la rilevante economia olearia di cui il paese viveva in passato. Nel solo centro storico se ne contano diciotto e alcuni di essi possono essere datati all’ IX secolo. Frantoi e granai sono stati rinvenuti per caso in seguito a lavori di opere pubbliche fin dal 1917. All’ingresso laterale del Palazzo Municipale, una grossa ruota di calcare posta all’esterno dell’edificio testimonia la ...

Il Frantoio ipogeo Cacciatore è situato sotto l'attuale sede della Proloco di Morciano di Leuca. Il palazzo è sede anche del Consorzio delle Pro Loco del Capo di Leuca e del Museo del Territorio. Il trappeto, attivo già dal 1400, è rimasto in funzione fino all’Ottocento. Il centro storico di Morciano di Leuca è caratterizzato dalla presenza di numerosi frantoi oleari ipogei che testimoniano la rilevante economia olearia di cui il paese viveva in passato. Nel solo centro storico se ne contano diciotto e alcuni di essi possono essere datati all’ IX secolo. Frantoi e granai sono stati rinvenuti per caso in seguito a lavori di opere pubbliche fin dal 1917. Il più antico è probabilmente quello pertinente  a Palazzo Cacciatore. Di grandi ...

Ospitato nel complesso conventuale di Santa Maria della Pietà, il Nuovo Museo Civico di Archeologia narra le vicende dell’abitato ugentino nelle diverse fasi cronologiche, attraverso i contesti archeologici e i reperti dei più recenti rinvenimenti. Il percorso espositivo è articolato in fasi cronologiche ed è suddiviso in sezioni tematiche. Gli spazi espositivi sono distribuiti in due piani, e accolgono reperti che vanno dalla Preistoria al Medioevo affiancati da pannelli didattici. Il refettorio, al piano terra, ospita un grande plastico che ricostruisce l’antica Ugento sulla base degli studi condotti fino ad oggi: sono qui visibili le mura messapiche, le strade e le necropoli. Sempre le sale del piano terra ospitano rinvenimenti provenienti da sepolture ...

La collezione, conservata ad Ugento all’interno di Palazzo Colosso, è una raccolta, iniziata dal Barone Colosso e continuata dal defunto Adolfo Colosso, appassionato cultore di storia locale. La collezione è allestita nelle antiche scuderie dell’omonimo Palazzo, gelosamente custodita dai figli Luigi e Massimo. La collezione vanta 794 reperti che vanno dal VI sec. a.C. all’età altomedievale, a cui si aggiungono esemplari di età moderna quali armature, armi e palle di cannone. I reperti databili dal VI secolo a.C. all’età ellenistica consistono soprattutto in ceramica locale come come trozzelle e piatti a vernice bruno rossiccia. Affiancano le ceramiche di produzione indigena quelle importate dalla Grecia come le lekythoi attiche. Tra le ...

Il museo diocesano di Ugento - S. M. di Leuca, fortemente voluto da Mons. Vito De Grisantis, è stato inaugurato il 6 luglio del 2005 ed è allestito in un edificio ubicato nella parte sottostante della Cattedrale, che un tempo fungeva da luogo di sepoltura per il clero e per la cittadinanza. Nel museo sono esposte opere provenienti dalla Cattedrale e dalle chiese della Diocesi. Il patrimonio del Museo Diocesano di Ugento è costituito da dipinti su tela, statue devozionali in cartapesta, paramenti sacri, messali, pergamene, antifonari e carteglorie. Tanti anche i preziosi arredi sacri, per la maggior parte in argento, come i calici, le pissidi e i tronetti eucaristici. Attualmente la struttura è in restauro, ma sarà nel breve tempo restituita al ...

Per la sua struttura tozza e austera alcuni storici ne fanno risalire l’origine addirittura al periodo romano, mentre il piano superiore al periodo normanno. Durante il periodo angioino, il castello, a pianta trapezoidale irregolare con torrioni angolari, fu più volte ristrutturato e Carlo d’Angiò, nel 1273, in occasione di una visita nel Salento, vi soggiornò, ospite del conte Adenolfo XI d’Aquino. Nel 1537, in seguito all’occupazione della città da parte dei barbari guidati dal pirata algerino Barbarossa, il castello fu gravemente danneggiato: due torri furono distrutte come del resto buona parte dell’ala occidentale, del pian terreno e del primo piano. Il maniero, riedificato nel 1642 ad opera del conte Vaaz de Andrada, ha subìto un ...

Un tratto di mura messapiche e i resti di una necropoli, sempre dello stesso periodo, sono stati rinvenuti durante alcuni lavori di scavo e di archeologia preventiva effettuati nel centro storico di Ugento, in prossimità del Castello dei Principi d'Amore. Attualemente queste evidenze archeologiche non sono visibili perchè coperte dal nuovo piano stradale.  ...

Composta di un singolo vano a botte, presenta le pareti completamente affrescate, compresa la volta al centro della quale è dipinto uno stemma in discrete condizioni. Sulla parete che sormonta l’altare è raffigurata la Madonna di Costantinopoli, mentre in una lunetta sovrastante l’ingresso, vi è affrescato un insolito Gesù che porta la croce in un desueto paesaggio campestre. Sulle pareti sono dipinti, a figura intera, numerosi santi fra i quali S. Nicola, S. Rocco, S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova. ...

La cripta, interamente scavata nella roccia tufacea, è il risultato di modifiche e aggiunte nella pianta e nell'architettura, come dimostrano le due colonne circolari del XVI secolo con capitello dorico, l'aggiunta di un altare sulla parete orientale, sovrastato da un affresco seicentesco raffigurante la Crocifissione (da cui il nome della cripta), un lucernaio creato successivamente e l'occlusione dell'ingresso originario a ovest. Si accede mediante una porta a nord, cui fa seguito una scalinata voltata a botte che conduceverso il vano ipogeo. L'ingresso è arricchito da una lunetta affrescata con la scena della Sacra Famiglia. All'interno le pareti e il soffitto sono ricoperti da affreschi datati tra il XIII e il XVII secolo, accompagnati da iscrizioni in greco e in ...

L' area archeologica di Sant'Antonio è una dei quattro complessi tombali rinvenuti nel territorio di Ugento. E’ nei pressi di un tratto del circuito murario di età messapica che  è possibile ammirare la necropoli di S. Antonio, a due passi dalla Cripta del Crocefisso e di una colombaia di probabile origine medioevale. Interamente scavata nel banco roccioso affiorante, conta oggi una trentina di tombe a fossa, originariamente ricoperte da lastroni. Le pareti interne hanno restituito alcune tracce di intonato di colore rosso e blu, utilizzato per decorazioni a fasce. La maggior parte delle sepolture ha restituito corredi datati tra il IV e il III secolo a.C. (ed una del VI sec. a.C.) contenenti, tra l’altro, produzioni ceramiche locale e di importazione ...

La specchia è un vero e proprio monumento funebre che, con i suoi 60 metri di lunghezza, è tra i più imponenti monumenti protostorici del Mediterraneo.  Al di sotto del consueto accumulo di pietrame calcareo che contraddistingue queste evidenze archeologiche, si conservano diverse tombe con corredi che hanno permesso anche la definizione cronologica del contesto. Le caratteristiche strutturali delle sepolture permettono di comprendere il grado di competenze e la raffinatezza raggiunte da questa civiltà: si tratta di tombe a cassa di lastroni litici al cui interno era deposto l'inumato con il suo corredo (vasellame tipico dell'età del Bronzo, ovvero brocche e ciotole di varie dimensioni). Le dimensioni delle casse e la presenza di corridoi di accesso ...

Masseria Celsorizzo (detta anche "Gelsorizzo") è situata alla periferia di Acquarica del Capo, in un'area compresa fra il centro abitato suddetto e la strada provinciale per Maglie. Il complesso masserizio consiste di un'alta torre a pianta quadrata con feritoie e caditoie, primo nucleo dell'impianto databile alla prima metà del XVI secolo, e di altri vani come stalle, fienile ed ovili, addossati al muro di cinta, aggiunti nell'Ottocento come deducibile dalla data 1807 incisa sull'architrave del portale di accesso. Di particolare bellezza e interesse architettonico è la torre del XV secolo, che conserva alla base una piccola cappella dedicata a San Nicola di Mira che misura m. 7,8 di lunghezza e m. 3,7 di larghezza, con pregiati dipinti del XIII secolo. La ...

A trenta metri dal complesso masserizio di Celsorizzo è una torre colombaia, a pianta circolare, databile al 1550, come riportato dallo stemma gentilizio dei Guarini e dall'iscrizione posta sulla porta di accesso: FABRICIUS GUARINUS / HOC FRUCTUS AUCUPANDIQUA CAUSSA / CONSTRUXIT SIBI AMICISQUE - ANNO D.NI MDL. -  "Fabrizio Guarino fece costruire questa colombaia per sé e per i suoi amici per diletto di caccia. Anno 1550". La torre colombaia è divisa esternamente in due livelli da un cordolo a superficie piatta. Un toro marcapiano cinge la torre a mezzo metro dal piano della campagna: a questa altezza nasce l’accesso all’interno della colombaia, interno realizzato con le buche per i colombi e le scalette con i gradini sporgenti dalle fiancate.  ...

L’interno della chiesa, di modeste dimensioni (7 x 7 m), ha pianta ad aula unica ed è a doppia abside, esempio più unico che raro nel Salento. All'interno sulla parete frontale e sulle absidi, si notano strati di affreschi e graffiti del periodo bizantino (XI-XII sec.) gravemente deteriorati. Nell’abside di sinistra, tra gli affreschi più antichi e bizantineggianti, è raffigurato S. Giovanni Battista, precursore della venuta del Messia, riconoscibile per l’iscrizione in greco inserita in un cartiglio “Io sono la voce di colui che grida nel deserto”; nell’abside di destra, sovrapposti a immagini più antiche, sono riconoscibili affreschi più recenti, probabilmente collocabili tra XVI e XVII secolo: al centro un Cristo Pantocratore, a ...

Inaugurato nel 2008, il Museo del Giunco Palustre è ospitato nell'ottocentesco Palazzo Villani di Acquarica del Capo. Il museo nato per ricordare la presenza di zone umide nel Salento e per valorizzare la storica arte della lavorazione del giunco palustre, ospita al suo interno numerosi pannelli didattici che raccontano le diverse fasi di lavorazione dei giunchi secondo una pratica secolare gelosamente custodita dalle donne di Acquarica, che lavoravano come cestinaie. Tra le varie fasi di lavorazione sono illustrate la raccolta effettuata esclusivamente dagli uomini, la bollitura, l'essiccazione e la zolfatura, che avveniva in particolari stanzini - le stufe - dove si bruciavano dei carboni con dello zolfo. L'intreccio dei giunchi rappresentava la fase finale del processo ed era ...

Il Castello di Acquarica del Capo è un edificio di età Angioina-Normanna e si presenta come un complesso imponente di grande rilievo storico-culturale.  Il nucleo più antico, costruito dai feudatari normanni Bonsecolo, era di forma quadrangolare, con ciascun lato che misurava 40 metri, ed era costituito da una cinta muraria rafforzata da quattro torrioni dei quali attualmente se ne conserva solo uno. Resti di questa antica costruzione sembrano individuabili nei resti della facciata di via Roma. Nulla può comunque provare che Giovanni Antonio Orsini, proprietario del castello nel XV secolo, abbia ricostruito completamente la struttura difensiva o restaurato quella di epoca normanna.  L'interno dell’edificio ospita al piano terra alcune stanze adibite ...

Palazzo Paternò appare come una residenza gentilizia di notevoli dimensioni del XV - XVI secolo; in realtà il palazzo nasconde al suo interno un'antica fortezza normanna, circondata sino agli inizi dell'800 da un profondo fossato sui lati est e nord, mentre il resto da palude. L'antico castello ha quattro torri angolari sugli spigoli del mastio centrale rettangolare. Nel 1565 i Gonzaga iniziano a trasformare il castello in dimora gentilizia attraverso  la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica lungo il lato nord - ovest, l’apertura a nord di un ingresso e la realizzazione di stalle e alloggi. Nel 1630 la principessa Maria Cito Moles ristruttura ulteriormente il castello, ingentilendo il fortilizio con un'ampia loggia, un giardino pensile ricco di piante ornamentali, ...

La chiesa risale agli inizi del '600, ma conserva tracce decorative di una cappella medievale dell'antico insediamento di Pozzomauro. La facciata della chiesa è molto semplice. L'interno, a croce latina, consta di diversi altari del XVII e XVIII sec. d.C. Nel transetto sono presenti i dipinti più antichi, basso medievali, come la Madonna con Bambino. La chiesa e l'attiguo convento furono ricostruiti dai Frati Riformati sul luogo dove avvenne un episodio miracoloso datato al 1596. La strada che conduce al convento è caratterizzata dalla presenza di una Via Crucis in pietra posta ai lati dello stesso viale ...

Sita sul punto più alto della Serra di Pozzomauro, o Pozzo Magno, dal nome dell’omonimo casale medioevale distrutto, secondo tradizione, da un attacco saraceno nel XV secolo, la specchia sembra voler svolgere ancora la sua funzione di vedetta per la sicurezza del territorio nonostante ne siano sopravvissuti solo alcuni ruderi.   ...

Appena fuori il centro abitato di Presicce, sulla strada che collega il comune di Taurisano alla località Pozzomauro, si trova la cripta di San Mauro proprio dietro la cappella di S. Maria del Rito, una piccola chiesetta rurale di origine basiliana. Sia della cripta che della chiesetta, rimangono solo pochi ruderi che tuttavia vale la pena di visitare per gli affreschi che la decorano, riconducibili tra il XIII ed il XIV secolo. La cripta è suddivisa in due navate, tuttavia ad oggi è solo possibile intravedere dipinti frammentari, probabilmente di santi tra cui Santa Caterina d'Alessandria ed una scena dell'Annunciazione nella navata destra. Originariamente la cripta comunicava con un frantoio ipogeo, di cui sono ancora presenti le mangiatoie, alcuni pozzi di raccolta ...

La laura di Presicce è scarsamente conservata, ma come tante del sud Salento doveva essere composta da celle ricavate in piccole grotte scavate nella roccia più friabile nelle quali si entrava dall'alto attraverso una cavità; all'interno c'era il "giacitoio", dove riposavano i monaci, e la cripta con parete affrescata destinata alla celebrazione della messa. ...

Masseria Spiggiano, di proprietà privata, è una antica struttura fortificata completamente recintata e inaccessibile. Nelle immediate vicinanze della masseria si trova la bellissima torre colombaia del ‘500, di pertinenza della stessa masseria. La torre, attualmente in pessime condizioni, è situata ai piedi della Serra di Pozzomauro, è di forma circolare ed è costituita da un corpo cilindrico in conci di tufo su basamento roccioso. È accessibile da una porta piuttosto bassa ed è sormontata da una cornice su dentelli con aperture ad arco, probabilmente usate come 'appollatoi' per i colombi. Alla base della torre è nascosto un ambiente ipogeo la cui volta sembra essere crollata; ciò che resta dell’ipogeo forse fu risistemato ...

L'attuale struttura è il frutto di un ampliamento, della struttura originaria, avvenuto negli anni '50 del secolo scorso. Si conserva gran parte della struttura originaria, intitolata a S.Maria e datata alla metà del XVI sec. d.C., all'altezza del transetto. La facciata è a capanna, con un unico portale d'ingresso, piccolo rosone e croce aggettante in asse. All'interno si possono ammirare interessanti dipinti dell'epoca tra cui l'Annunciazione e il Giudizio Universale e un affresco realizzato nel 1586 per devozione da Alterius Stasi ...

Di chiaro gusto spagnolesco Palazzo Carida Ramirez è realizzato su due livelli con arcate al piano terreno e una loggia finemente decorata al piano nobile. All’interno si possono ammirare le volte abbellite da affreschi dell'Ottocento. Il Palazzo possiede anche un giardino e una splendida terrazza vista mare.  ...

L’attuale facciata della chiesa è il risultato di numerosi rimaneggiamenti susseguitisi fino al Novecento. L’interno, al contrario, è un'esplosione di arte barocca con splendidi altari con colonne tortili finemente scolpiti e tele, come la seicentesca Visione di San Francesco di Frate Angelo da Copertino, che adornano la grande navata. La navata, insieme al coro, sono il risultato di una serie di interventi avvenuti in tempi diversi. Il coro, infatti, distrutto nel dicembre del 1931 da un incendio, fu ripristinato solo nel 2004 con un'opera in noce boliviano dell'artigiano Giuseppe Valente di Miggiano. La chiesa ospita pregevoli altari barocchi in pietra leccese dedicati a San Nicola (1653), al Crocifisso (1683), all'Immacolata(1781) e a San Vito (1807). La statua in ...

Casa-torre Montano è ubicata all'interno del centro storico di Salve. Edificata nel 1562 (come riporta la data apposta su una delle torrette dell'edificio), era un rifugio sicuro per gli abitanti. Presenta un impianto quadrangolare con torrette angolari di guardia, per l’appostamento delle sentinelle, a forte aggetto su mensole eleganti e scolpite, che ne fanno la più completa e bella delle torri di Salve. La torre è addossata ad un palazzo con il quale ora costituisce un complesso unico; il palazzo risale al XVII secolo, come riporta la data apposta su una delle finestre del primo piano (1617) e nel corso degli anni ha avuto diverse destinazioni d'uso, tra cui anche quella di Caserma dei Carabinieri. ...

Il palazzo è situato nel centro storico di Salve, all’incrocio di Piazza Repubblica con Via Crocifisso. La facciata è caratterizzata da un tipico portale a bugnato e da due balconi di pietra panciuti che poggiano su cinque grandi mensole, disposti sui due lati estremi delle facciate, che si allargano verso la strada quasi a forma di semicerchio. All’interno il palazzo è impreziosito da un cortile in cui la grazia degli ornamenti barocchi si accorda perfettamente con la snellezza delle linee architettoniche. Sul lato opposto al portone d’entrata si staccano due altissimi pilastri, ricchi di ornamenti e su cui poggiano archi finemente ricamati. Volute, targhe, teste di angeli e motivi floreali si alternano a colonnine su cui è inciso il “giglio ...

Torre costiera di XVI secolo ubicata presso il porto di Torre Vado. La torre a base circolare si sviluppa su due piani e presenta finestre e feritoie nella parte superiore. E' caratterizzata superiormente da una merlatura che ne impreziosisce il profilo. È servita da una scala di accesso sicuramente posteriore alla costruzione della torre stessa.     ...

In località Pescoluse - 600 metri ad est dal Dolmen Cosi e 40 metri a sud della strada provinciale 91 (5 metri s.l.m.) – è stato localizzato il dolmen Argentina-Graziadei che consta di una cella apogeica costituita da ortostati, di forma irregolare e di dimensioni varie, che poggiano sulla roccia affiorante e che sorreggono una copertura costituita da quattro grandi lastroni. L’ingresso del dolmen (larghezza 0,6 ed altezza 0,8 metri) – rivolto ad ovest – permette l’accesso alla struttura ipogeica per mezzo di una breve rampa formata da tre gradini scavati nella roccia. La cavità artificiale – di forma quadrangolare – e la cella apogeica hanno nell’insieme le seguenti misure: altezza e larghezza 1,5 e lunghezza 2 metri. Alla base della piccola ...

Protetta dalla folta vegetazione che costeggia il canale del Fano lungo la dorsale orientale, la cripta risulta quasi invisibile ad un'occhiata fugace. Di piccole dimensioni (2,70×3,20 m), probabilmente destinata ad una ristretta cerchia di monaci bizantini, il luogo di culto interamente scavato nel banco roccioso si compone di due ambienti: una cella, dove i partecipanti alle celebrazioni religiose potevano prendere posto su due sedili ricavati lungo le pareti laterali, ed un'abside separata dalla cella da un tramezzo in pietra che raggiunge il soffitto  fiancheggiata da due finestrelle. Al centro della prima cella una piccola fossa forse conteneva i resti di uno di questi monaci. Restano pochi resti di decorazione pittorica che permettono di riconoscere il Santo ...

Grotta Febbraro, identificata in origine come Speculizzi III, a 72 metri sul livello del mare, è costituita da un unico corridoio provvisto di avangrotta, per una lunghezza complessiva di circa 15 metri, una larghezza di 3 metri ed un altezza di 2 metri. L’attuale apertura si trova leggermente internata rispetto alla sua collocazione originaria, all’interno di una paleo falesia formatasi durante il Cretaceo Superiore, circa 66 milioni di anni fa. Grotta Marzo, identificata come Speculizzi IV, situata a 74 metri s.l.m, si presenta con un’apertura piuttosto piccola, protetta da abbondante vegetazione. Al suo interno sono stati rinvenuti resti di ceramiche postmedioevale, ossa di animali relativamente recenti, e resti di un muretto a secco che separa il ...

Il tumulo 7, ritrovato in un'area che comprende almeno un altro centinaio di tumuli funerari, tra le marine di Pescoluse e Torre Pali, costituisce un'importante scoperta archeologica. Si presenta come un cumulo di pietre su un'area di 200 mq. a pianta trapezoidale. Sul lato Est è presente una cista litica di forma rettangolare che al momento della scoperta mostrava al suo interno tre vasi con incinerati. Uno spesso strato di terra separava queste tre sepolture da almeno 50 individui inumati. Nell’area, prospiciente la cista litica, sono venute alla luce pietre bruciate riferibili a un piccolo altare dove accendere fuoco a scopo rituale.  Il monumento sembra delimitato sul versante meridionale da una sorta di muro costituito da una fila obliqua di grandi massi lunga ...

Grotta Montani, situata sulla collina Spigolizzi, è caratterizzata da due nicchie vicine, una completamente chiusa da pietre e l’altra aperta su un cunicolo piccolo e basso. Si tratta di un complesso di origine carsica, che si apre lungo un’antica linea di costa, originariamente più vasto e articolato rispetto a come si presenta oggi. E' presente un ambiente centrale, da cui si diramano quattro cuniculi lunghi e stretti. All'interno della grotta sono stati rinvenuti numerosi oggetti, in selce e calcare locale, utilizati dall'Uomo di Neandertal associati a resti ossei di elefanti, rinoceronti, iene, cinghiali. ...

L'itinerario Naturalistico- Archeologico è un percorso che attraversa i comuni di Ugento, Salve, Morciano di Leuca, Presicce ed Acquarica del Capo. L'itinerario tocca numerose tipologie di monumenti, dai beni archeologici a quelli architettonici, dalle chiese rurali alle masserie e a i monumenti di pietra del Salento, fino a raggiungere il famoso Parco Naturale “Litorale di Ugento” caratterizzato da cordoni dunali, aree paludose e bacini collegati tra loro tramite canali collettori e con il mare attraverso tre foci. L'itinerario fa tappa in importanti Musei e collezioni private come il Museo Archeologico di Ugento e la Collezione Colosso, che raccolgono le testimonianze delle civiltà antiche che si sono susseguite nel territorio ugentino dalla Preistoria al ...